Folle

Mi chiedevo se davvero ci fosse voluto tutto il coraggio di cui la gente parla per lasciare andare il cuore e partire, volare, vibrare, vivere.

Potremmo rimanere prigionieri di un amo e tagliarci il collo con la foga di scappare e la voglia di gridare. 

Sarà facile sentisi dire “ciao signorina” nel bel mezzo della confusione di New York, le luci, la strada, il rumore e lo smog.

Promettersi e sperare di non incontrare nessun altro come noi. Perdersi, pentirsi e sbagliarsi; gli amici, l’amore, il sole e i colori, gli odori, i rumori. Siamo così piccoli, scontenti di dove stiamo, increduli nel pensare che tutto questo poco sia solo quello che ci meritiamo.

Io voglio di più. Champagne all’uva di gioia, auto feroci con pistoni che pompano adrenalina, voglio il sole tutto l’anno, un’infinita scala di marmo, la gente, i miei libri, la carta, il sudore e il coraggio, la speranza, la solitaria compagnia della mia stanza, l’acqua, il cielo, le stelle e la luna, la musica. Voglio il destino più grande che si possa aspettare, voglio la schiena tatuata di aerei e di opportunità. Voglio vino in quantità e il calore della gente di Sicilia, voglio camminare sulle corde delle mie origini e trovarci all’inizio una corona, la sabbia, una barca. Voglio l’audacia di un’aquila, il potere della ribellione e il profumo di rivoluzione. 

Voglio tutto quello che sogno perchè ho fame. Voglio la vita, voglio mangiare tutto quello che mi dà e godermene ogni sorso, ogni boccone.  

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