Girovago spesso su internet come tutti, perchè ormai è la cosa più semplice di cui la nostra mente si nutre; è un po’ come quando fa caldo, è l’ora di pranzo e non abbiamo voglia di farci la pasta se non abbiamo un condizionatore e quindi qualsiasi altra cosa va bene, basta che sia veloce: pomodori, frutta, insalatine tristi, un piatto di tonno e mozzarella. Quindi in sostanza è più semplice essere bombardati da foto di luoghi incantevoli piuttosto che tentare di immaginarli oppure pendere dalle labbra dell’apparenza quando vediamo che vita fanno le celebrità tra aerei, hotel lussuosi, barche e sederi perfetti. E a proposito di sederi, posso con certezza affermare che questa influenza non sia così positiva. Nel senso, bello vedere le ragazze che si prendono cura del proprio fisico tra sport, creme e beveroni, però è davvero così bello vedere anche la home di Instagram piena di culi fotografati da tutte le prospettive e contornati dai panorami (secondari ovviamente) dei luoghi più disparati? Come mai far vedere il culo è diventato più importante che far vedere un posto o una persona dal suo anteriore? È cambiata drasticamente l’esigenza degli utenti di queste piattaforme online, perchè la vera necessità sembra essere diventata quella per cui, nel momento in cui ci si prepara a postare la foto con la descrizione e l’hashtag perfetti, si pensi con estrema goduria “Guardate: il mio culo è andato ad Ibiza”, tanto per dirne una. Siamo bombardati da sederi di tutte le età, le forme, i colori e le misure, ma questo non cambia la sostanza dell’osservazione. Prima di questo booty-boom perlomeno si conoscevano i volti di questi fantomatici sederi, ora, soprattutto tra le più piccole, è spesso difficile delinearne i connotati. Abbiamo forse trovato finalmente un senso pratico e letterale alla locuzione “faccia da culo”?