Sono a Verona da un anno preciso.
Il 27 settembre 2022 cambiavo la mia vita radicalmente e nemmeno lo sapevo.
Partivo distrutta, confusa.
Partivo che avevo fame, fame di tutto e nessuna idea su come portare il cibo alla bocca.
Un anno dopo sono un pezzo ricostruito dopo l’altro.
Un anno dopo sono una Donna che non solo ha ricostruito se stessa, proiettata nel cono di un futuro in cui questa ricostruzione non smetterà mai, sono anche una Donna che ha messo insieme una vita che -sembra, almeno per il momento- faccia musica e parole sulle corde dei miei stessi sogni, ora più reali che mai, cori incredibili sui contorni delle mie grandi ambizioni.
A volte vivo tutto questo come per inerzia, un’inerzia che procede senza fare vittime ma avanza a passo deciso lasciando baci, abbracci e a volte ancora tagli su questa mia pelle.
Altre volte riesco a fermarmi perchè sono sputata fuori da tutto questo groviglio di Vita, da emozioni che sono milioni di volte più grandi di quante il mio cuore ne possa contenere.
E allora capita come è successo stasera: sono seduta in Arena, intorno a me c’è così tanta gente, c’è questa Donna sul palco che canta e non solo canta, le sue parole mi colpiscono come frecce di fuoco in mezzo al petto e mi viene da piangere. Mi viene da piangere perchè ogni canzone appartiene ad un momento preciso della mia vita ed ognuno di quei momenti mi ha portata qui, su questa poltrona, ad alzare lo sguardo là in alto, mentre Levante canta, e vederci la Luna.
Ognuno di quei momenti mi ha portata a questo qui, mi ha portata tra le strade di questa città, mi ha portata nella pelle di questa Donna che sono ora e sono così orgogliosa di essere.
Così orgogliosa che so guardare in faccia tutto quello che mi è mancato, tutto quello che mi ha fatto soffrire e fargli un sorriso dannatamente grande ma voltargli le spalle e correre verso quello che mi aspetta che non so ancora cos’è, ma sarà di certo incredibile, sicuramente più grande.
Grazie Verona, forse sei Tu quella Casa da cui non scappo più.