TI RACCONTO DI NO(L)I – I

TI RACCONTO DI NOLI - I

Pensa al tuo respiro.
Pensa che non ci hai pensato fino adesso, che non ci pensi mai, che tu solo respiri. Respiri e non sai da dove, non ti chiedi come.
Ora che ti senti, ti accorgi che l’aria sale dal naso ed è sempre da lì che scivola via.
Tu pensa che il respiro è l’unica cosa da cui ti fai controllare, cui cedi senza l’eco di alcuna paura, circondato d’aria, pieno d’aria, un passo scalzo dopo l’altro sei vivo e nemmeno te ne accorgi.
Immagina ora che la tua pelle si bagni, blu è il solo colore che guardi, un silenzio ovattato l’unica musica che ascolti. Tu galleggi, i tuoi piedi non sono più scalzi e poi è come se volassi: su un mare di latte, nel cielo in terra, in una gigantesca pentola d’acqua: salata, tu, con tutti i tuoi pensieri ora sei la sua pasta.
Al tuo respiro ci devi pensare, perchè sott’acqua il mondo si capovolge. Vivi la pace di un ricordo embrionale in cui chissà se al tuo respiro ci dovevi pensare…
Confesso qui la paura che più mi incatena: dover controllare.
Tu devi controllare il tuo respiro.
Sei un generale, dispotico, autoritario. Obbliga la bocca a mangiare aria!
Obbligala ora a restituirla al posto da cui se l’è presa.

Sei vivo mentre pensi al tuo respiro.

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2 pensieri riguardo “TI RACCONTO DI NO(L)I – I

  1. Buonasera Federica, che bello risentirti sul blog dopo giorni di silenzio, di creatività nascosta ai più ma conosciuta nella tua mente. Il tema che hai scelto lo hai tratto forse/spero da una giornata al mare, dove ci si accorge che le cose essenziali vengono al nostro corpo in maniera automatica, ma se cambiamo l’elemento intorno a noi allora scopriamo che ci dobbiamo ricordare di respirare perchè sott’acqua ci serve regolarlo diversamente e ci dobbiamo pensare. Confessi anche di aver paura di “dover controllare”: Certo se mi dici che trascuri aspetti importanti della tua vita, che tralasci di fare cose importanti perchè il loro pensarci ti portano crisi di panico o sofferenza ma nonostante tutto combatti ogni giorno con i tuoi limiti allora sei molto coraggiosa a vivere in una città nuova con tutte le sue sfide. Oppure si potrebbe intendere la tua frase proiettata verso l’esterno nel senso che non accetti in una relazione di qualsiasi tipo di “dover controllare” la vita altrui dove va cosa fa con chi si incontra eccetera. Anche questa è un buon percorso che fa crescere l’amicizia o l’amore in maniera sana ed equilibrata. Sempre ovviamente con base nella reciprocità. Un abbraccio grande Danilo

    1. Danilo, scrivo molto più volentieri se ad ogni articolo segue un suo messaggio! Dover controllare è una mia paura perché mi fa pensare a quelle volte in cui ero abituata a farlo e poi la vita mi ha riso in faccia e rimessa al mio posto. Ecco il vero aspetto! E si, me la auguro una vita di emozioni reciproche, chissà…

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