PORTA MENTE

PORTA MENTE

Nel cielo, su un aereo, sembra tutto immobile e invece si corre, si corre a più non posso per accorciare le distanze.
C’è quel rumore sordo, come di un boato che ai più deboli ammutolisce i pensieri e ai più tenaci li veicola a gran voce nella gola di un megafono.
C’è quel freddo asettico che taglia il respiro e asciuga la saliva, mentre il tempo rallenta e la ruota dei pensieri gira, gira impazzita.
È un luna park con la folla, quella bambina bionda vestita di rosa che ride contenta, quel bambino che, col ginocchio sbucciato dalla ghiaia appena sceso dalla giostra piange senza tregua, mentre la mamma caccia dalla borsa il rimedio perfetto: un fazzoletto di carta bagnato appena con dell’acqua e un bacetto salvifico, di quelli che solo le mamme sanno dare. È quel neonato che dalla carrozzina un po’ gracchia e un po’ ride; è quel papà, sì, quello lì in fondo, che mentre osserva suo figlio, fiero, ride.
Sono mesi ormai che al mio irrefrenabile pensare si alternano fragorosi applausi, grasse risate e impertinenti boati di disappunto. Irruenza da folla da sommossa con torce, forconi e cori di rabbia e gaiezza di pubblico da opera, con sorrisi, “bis” invocati come preghiere e grandiosi complimenti fatti a steli di rose.
Per questo centesimo articolo pensavo avrei partorito qualcosa di folle, di grandioso.
È nato solo un punto: piccolo come un cristallo di sabbia, funesto come un proiettile di pistola.
Sono su questo aereo e non ho ancora capito dove finirò per atterrare.

Forse laggiù ci vedo del mare.

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3 pensieri riguardo “PORTA MENTE

  1. Buonasera Federica, complimenti per aver raggiunto quota 100 articoli, cento racconti di vita, cento petali di fiori variopinti.
    L’aereo questo possente e comodo mezzo di trasporto, anche lui ha cominciato circa 100 anni fa a servire l’uomo, con voli di linea sempre più regolari facendo più piccolo il mondo. Quel piccolo mondo che tu oggi descrivi con la tenerezza dei bambini e genitori oppure con il piglio avventuriero di passeggeri adulti coraggiosi o meno. E tu da buon pilota, riesci a condurre il quadrimotore fra mille folate di vento favorevoli o meno, che ti aiutano a mantenere la rotta o ti costringono ad abbassarti di quota. E all’improvviso il mare dietro le nuvole, forse dopo una notte difficile, il freddo il ghiaccio sul parabrezza e sulle ali e l’augurio come a Lindberg che tu possa arrivare a Parigi tutta intera. Danilo

      1. Grazie Federica, un abbraccio dato col cuore anche da parte mia buona serata

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