Ogni volta che vado da qualche parte, finisco col trovare qualcuno che ha una gran voglia di regalarmi un libro. Vuole che proprio IO lo abbia, che IO lo legga a tutti i costi!
Ci fu quell’uomo che mi sbriciolò il cuore e che ci mise pochissimo a convincermi, quando mi disse di incontrare “L’Alchimista” di Coelho. Poi la Dina che mi costrinse, quasi, a leggere “Il Profeta” di Gibran. Il signor Antonio che a Cesenatico mi regalò “Un milione di farfalle” e un mese più tardi, sempre in riviera, qualcun altro che si privò della sua copia di “Oceano Mare” di Baricco per darla a me, perchè, chissà come mai, pensava avrei fatto cosa buona leggendolo.
Che ci crediate o no, ognuno di quei libri era quello giusto nel momento stesso in cui lo aprivo per la prima volta.
Ed infine c’è stato il signor Michael. Scrittore di suo pugno del libro che mi ha messo sotto al naso l’altra mattina.
Gli ci sono voluti pochi minuti, più di risate che di chiacchiere, per capire che fossi dolcissima, nonostante la mia educata irriverenza, intelligente, nonostante la mia silenziosa compostezza. Dedicava quelle sue pagine al mio sorriso, con tutto l’affetto che sarebbe stato capace di provare. Mi stringeva la mano mentre lo ringraziavo e mentre mi pregava di dargli del tu perchè ormai “siamo diventati amici e poi non sei in servizio adesso”.
Sapevo che Verona sarebbe stata magica con me, ma mai avrei creduto che ogni giorno sarebbe potuto essere al contempo vigilia e festa di un evento straordinario.