LE CONFESSIONI

LE CONFESSIONI- SORELLA MONELLA

1. Sorella Monella

Ho chiesto io ai miei genitori una sorella. Avevo solo tre anni e a ventitré mi domando come abbiano potuto, degli adulti, dare ascolto ad una poppante… (Sono ironica, grazie madre e padre per avermi dato qualcuno da incolpare quando le combinavo grosse). Me lo ricordo bene il momento in cui, senza nemmeno pensarci, avevo rinunciato a tutti gli agi e privilegi del figlio e nipote unico. Ero in salotto da sola, come ogni sera dopo cena, a guardare Barbie Raperonzolo in videocassetta, mentre ballavo in un cerchio immaginario, tenendo per mano due sorelle immaginarie, sulle note della canzone che attaccava quando Barbie entrava per la prima volta in paese attraverso il dipinto sul muro della sua stanza. Avevo un pigiamino blu, una tutina di quelle coi bottoni fino ai piedi, e delle pantofole con gli strappi, blu pure quelle, quando mi venne la malsana idea di raggiungere i miei genitori in cucina ed esordire con un incipit che ancora mi appartiene: “Sentite maaa… non è cheeee…” e poi “mi fate una sorellina?”
E da quel momento, il buio.
Ricordo solo Me che, dopo la nascita di quella cosa rachitica, andava ad accusare nostra madre di non volerle più bene perchè ormai non le faceva più le coccole.
Come sorelle abbiamo avuto la prima lite che lei non aveva nemmeno tre mesi, perchè i miei misero il suo seggiolone al posto che io a tavola occupavo da sempre. Venni barbaramente spodestata da una che, appena nata, mi aveva non solo messa in ombra nascendo due giorni prima di me (in anticipo di ben due mesi, per dispetto, questo è poco ma sicuro), ma attaccato anche la varicella facendomi saltare la festa del mio quinto compleanno!
Il secondo conflitto decisivo l’avemmo poco dopo, quando tentò di rubarmi il prosciutto cotto dal piatto. Non potevo accettarlo. Misi una pietra sopra quell’obbligata sorellanza anche se avrei preferito lanciargliela in testa (si fa per dire). Ed è da quel dì che va avanti così. Vivo nell’ombra della figlia preferita, perchè sì, i genitori hanno preferenze eccome! E dalla panchina in cui sono stata relegata, mi piace vedere come lei non abbia la minima idea di cosa significhi chiedere il permesso, ricevere multipli “No” o sentirsi quella diversa, la seconda.
Ma le voglio bene. Anche se vuole i miei vestiti, risponde male, è maleducata, poco acuta e fidanzata con un albanese (ridete, perchè è una battuta e io non sono razzista, mio “coniato” -no, non ho sbagliato a scrivere- sa). Gliele faccio passare tutte – o quasi.
Dalla mia ho ancora ben stretto nelle mani come uno scettro, l’acume del fratello maggiore guadagnato con l’esperienza e le ciabattate (non allarmatevi, perchè se non le avete prese almeno una volta, sicuramente avrete qualche trauma in meno, ma diverse lacune socioculturali): sapere quando e perchè il minore verrà cazziato, avere ripetute occasioni per salvargli la pelle, decidere arbitrariamente di non farlo e godersi l’epica cazziata che si prenderà.
Da lontano, sorseggiando una birretta fresca, dondolandosi su un’amaca cullato all’ombra di due palme.

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6 pensieri riguardo “LE CONFESSIONI

  1. Da sorella maggiore di un fratello che ha 11 anni meno di me e che me ne ha fatte passare di tutti i colori possibili e immaginabili: ti capisco, ah, come ti capisco. 🙂

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