DELIRIUM

DELIRIUM

È come prendere un tram e io non so che effetto fa.
Come sapere che poi tu ridi, ridi mentre al tuo cuore neghi il piacere di vedersi felice.
Ridi mentre tra i pianti che soffochi nella gola ricordi i miei odori e li rifiuti, segregati nella miseria di quei tuoi occhi così aridi in confronto ai miei sempre gravidi.
Ride il mio bicchiere quando la notte chiudo gli occhi distratta, ubriaca, rovente tra i confini di un epidermide che pian piano si scortica, tagliato si fa briciole, si riduce in polvere. Che si scioglie nell’utopia di un vento a vortice, sperando possa condurla finalmente via.
Nuova figlia di una calamità imperiosa alla quale non si sopravvive combattendo meticolose guerre.
Persa in un buio disperato in cui, per ironia della sorte, mi crogiolo. Perchè seppur il mio cuore viva a ritmi che non sono mai stati suoi, si eccita sciogliendo i suoi passi incerti sul bordo di un labirinto: troveranno un trampolino o un baratro?
Eppure non ci rinuncerei, non adesso.

E alla fine sì, alla fine mi venderei.
Per una vita amante e matta, sì, mi venderei.

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5 pensieri riguardo “DELIRIUM

  1. Sentimento non corrisposto, addirittura divaricazione delle emozioni: uno completamente disinteressato, che soffoca i ricordi e i pensieri di una relazione da lui non sentita e che allontana con asprezza. L’altra questa relazione gli è entrata nella pelle, quasi la soffoca, gli è così necessaria che rinuncerebbe alla sua confort zone pur di provare quel brivido, quelle carezze. Non rinunciare mai a cercarla, ma non perdere il gusto della vita. Danilo

      1. Felice di accompagnarti in questo viaggio letterario e di esserti vicino nella condivisione del pensiero.

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