BIVIUM

Un oggetto in quiete rimane in quiete, dicono le leggi che regolano questa Terra.
Vallo a dire alla penna di uno scrittore, vallo a dire alla mia.
Governata dalle più violente mareggiate da quando solca le acque del tuo mare, di cui non si capisce niente, che non sottostà a nessuna corrente che si possa prevedere, in balìa di onde anarchiche, egoiche, sprezzanti, distratte, smemorate.

Come te.

Hai l’anima instabile, hai i pensieri che seguono l’andirivieni di un’altalena che scivola avanti e indietro sulla gola di un burrone che non vuole incontrare una fine.
Mai.
Il suo moto cullato dai boati dell’eco.
Hai la mente astratta, fatta a forme geometriche che ancora non esistono, piene di spigoli, piene di linee che si agitano verso il cielo e poi muoiono verso la sabbia di un abisso tutto nero.
Hai quella lingua che taglia anche quando la tua bocca non parla.
Ti ho perso al bivio di una vita che non poteva essere la mia.
Mi dico che infine tutte le strade portano a Roma… che poi non sia proprio tu, per me, quella città che, dal passato di fuoco, abiterà il mio futuro con tutta la sua gloria.

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3 pensieri riguardo “BIVIUM

  1. Buonasera, anche il gesto stesso della scrittura con la mano è un pendolo che va e viene. Bellissimo l’accostamento fra i tuoi pensieri, un mistrerioso “te”, l’amore per la scrittura e la città di Roma che ti auguro di raggiungere presto, quale coronamento dei tuoi sogni. Danilo

    1. Danilo, ringrazio si sia unito così silenziosamente al mio viaggio. L’unico spettatore che, seppur seduto molto lontano, riconosce abilmente ogni cosa. Mi lego ad ognuna delle sue parole.

      1. Federica è sempre un piacere seguirti in questo viaggio, e ti ringrazio di farne parte Danilo

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