SONO PATICA. PSICO PATICA.

Sono patica. Psico Patica.

Vorrei parlare di quella volta in cui mi arrivò un pacco Amazon dalla Russia.
Un segno della piega che dovrebbe prendere la mia vita a breve? Ancora non ho decifrato se ci sia stato o meno qualcosa di provvidenziale nell’evento.
Quel giovedì mattina soleggiato non stavo facendo nulla di rilevante e poco prima del mezzogiorno ero ancora nel mio caldo pigiamino. Non aspettavo pacchi, nessuno in famiglia ne aspettava, dunque immaginatevi la sorpresa quando udì suonare al citofono. Scesi nella mia mise accattivante a recuperare il fantoccio e ci lessi il mio nome. Proprio il mio!
La prima incongruenza che constatai fu che io non avessi ordinato assolutamente nulla. Tesi avvalorata dal controllo sulla cronologia degli ultimi ordini del mio account. La seconda fu il mio indirizzo scritto sbagliato. Sembrava scritto da un cinese (per dire straniero, niente di razzista).
Aprì il pacchetto e ci trovai diversi elementi che decisi di stendere su un tavolo di raccolta-prove improvvisato alla meglio, per analizzare con dovizia il caso. Un libro dal titolo in cirillico, un biglietto in inglese e un DDT (che non è quello per uccidere gli insetti ma è l’acronimo di “documento di trasporto”).

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