Sono le otto e dieci del mattino, è giovedì e alle cinque e trenta è passato il netturbino a ritirare l’umido.
L’ho messo fuori ieri sera al novantesimo, già in pigiama, un secondo prima di salutare il mondo e chiudermi sotto le coperte come chiude una saracinesca un commerciante stanco a fine giornata. Non che io me la sia guadagnata…
Portare fuori l’umido fa pensare a molte cose e ieri sera io e quel sacchetto compostabile avevamo qualcosa in comune (no, non essere spazzatura, antipatici che l’avete pensato): qualcuno ci aveva presi per il collo e ci stava portando chissà dove a fare chissà che.
E allora ho capito che né io né tu che leggi verremo mai capiti.
Non verrai capito mai soprattutto tu che cercherai ad ogni costo di spiegare perchè fai quello che fai.
Ti chiederanno tutti “Ma Perchè?”, Dio! soccomberai sotto una pioggia monsonica di Perchè?.
E ogni volta finirai fradicio, i capelli zuppi come prolungamenti della pioggia in mezzo alla tua faccia. Vessato a colpi di Perchè?, l’unica domanda a cui non sai rispondere perchè, prima cosa, non te ne frega niente di dare spiegazioni e seconda, come diavolo la spieghi le sensazione che ti sta guidando?
Quindi sì, hai capito bene: verrai obbligato a vestire i panni dello “spiegatore di Perchè?”. Te la racconto la voglia che avrai di venderli su Vinted quei panni?
Ma no. Non sarai capito da nessuno che non sia folle quanto te.
SACCHETTO DELL’UMIDO

Non mi piacciono i “perché” accusatori…😎
Allora non sono la sola!
Sono molto felice di questo!🙌