RISORSE DISUMANE Ep. 2

I MISERABILI

I Miserabili

Il romanzo de “I Miserabili”, per chi non l’avesse presente, è un tomo da circa mille pagine in cui Hugo (non il drink, anche se è quello di cui avremmo bisogno per affrontarlo) vuole fare il pesantone come mia madre quando dice che deve fare sempre tutto lei e che la sua casa non è un albergo. Al Vittorio piace descrivere tutto molto dettagliatamente -davvero molto- e mentre cercate di captare e capire, leggendo, i momenti clou della vera storia, il libro sembra allungarsi di dieci pagine per volta.
Newton Compton produceva la collana dei Mammut: quello de “I Miserabili” era viola e pesava come quel proboscidato estinto (assieme alla nostra voglia di leggerlo).
Ottimo nome per la collana comunque.
Ebbene, questi incontri sono veramente infiniti, una carneficina alla quale se non si è esperti di colloqui, difficilmente non si versano lacrime. Dove le domande tipiche sono quelle come “Le andrebbe di elencare tre suoi difetti e tre pregi?” oppure “Come mai dovremmo scegliere proprio lei?” o ancora “Come si vede fra dieci anni?”. Gioia, sono miope e astigmatica, non vedo quello che ho sotto al naso, figurati!
Assieme a molte altre che, se fate una superficiale ricerca su Google digitando “domande di merda ai colloqui di lavoro”, troverete indignandovi.
Strumento di potere di cui i recruiter abusano durante questo tipo di colloqui? Eye contact selvaggio.
Ma amo: io sono insensibile, impenetrabile.

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6 pensieri riguardo “RISORSE DISUMANE Ep. 2

  1. Per mia fortuna non ho mai dovuto fare colloqui di lavoro, sono stata un’insegnante, sono entrata nel mondo del lavoro accumulando punteggio e vincendo un concorso. Trovo quel tipo di domande veramente orribile. Punti di forza, criticità, perché dovremmo assumere proprio lei… 🙁

  2. Ciao, sto leggendo ora qualche tuo articolo, mi piace il tuo stile, è divertente! In questo caso sono veramente d’accordo con te, di recente ho fatto dei colloqui e devo dire che mi è capitato di tutto. Devo ancora leggere l’ultima categoria, ma la prima e la seconda riassumono piuttosto bene il tipo di colloqui che mi sono trovata a dover affrontare

  3. Ho letto le tre categorie e, alla fine, mi sono ritrovata in questa. Ho fatto pochi colloqui nella mia vita (sono stata fortunata, almeno fino ad ora), ma erano tutti di questo tono: milioni di domande, non sempre pertinenti o attinenti.
    In uno mi chiesero: “Ma lei, com’è?” e io: “In che senso?” e lui: “Sì, che tipo di persona è?”. Pensai che stesse scherzando, poi mi resi conto che faceva sul serio, quindi risposi: “Sono testarda e caparbia. Se mi metto in testa una cosa, vado fino in fondo”.
    Rimase senza parole. 😉
    PS: comunque c’è da ridere per non piangere. Il mondo dei colloqui è una giungla. Tra l’altro, mi hai fatto ricordare un mio post che ho scritto mille anni fa sugli annunci di lavoro: https://alicespigablog.wordpress.com/2013/05/18/vergogna-proposte-di-lavoro/

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