Forse è tutto nella mia testa e delle volte penso di non farcela, di non essere buona abbastanza. Non vedo niente ma sento tutto con la mia testa: incontrollabile, incontenibile lo spasmo dello spavento di non esserci domani. E non è vero che è sempre facile quando un’emozione sembra giusta da vivere. La notte mi sveglio con il cuore che esplode, respiro assente, apnea in gola e non so che cosa fare. E tutte le volte che parlo sputo punti di vista diversi ma continua a restare tutto nella mia testa perché sono incapace di rendere tutto quel via-vai, tutto quel niente, reale, nemmeno un sintomo di emozione. Ho le emozioni che non mi comprendono, sensazioni che parlano lingue straniere, matite spuntate e fogli di carta bagnati. È più forte il pianto della mia frustrazione, è una situazione che non posso controllare e devo ricordarmi di respirare certe volte e vorrei scappare, ma se poi sto male? Il cuore che mi esplode e io che riesco solo a boccheggiare e tutte le volte che mi parlo allo specchio ho solo parole di conforto, poi mi guardo e dico che sono un disastro, che non riesco ad applicarmi a questo mondo, a questi modi convenzionali. Ma continua ad essere tutto nella mia testa, persa, io lo sento che sta tutto lì e nessuno che riesca a sentirne il fracasso; ed io mi sento esattamente lì, intrappolata nella mia testa a semafori lampeggianti, a frastuoni improvvisi, a gessi che graffiano prepotenti sulle lavagne e ci sono io che aspetto che la testa si fermi e che il cuore batta ad un ritmo normale. È come arte impossibile da raccontare, un’emozione indicibile a parole. Sta tutto nella mia testa in attesa di esplodere e non so come rendere tutto facile, so solo che inizio a piangere e poi metto le cuffie e dopo ancora mi siedo e inizio a scrivere da miliardi di punti di vista diversi, rotta e distrutta, seduta a terra, completamente persa, lavata da una pioggia di sangue contaminato, malato, respiro scostante e cervello torturato. I ricordi mi tormentano, le vie delle mie scelte attorcigliano i loro tentacoli attorno al mio collo, così forte che forse il mio cuore sta per esplodere.
E alla fine inspiro piano, chiudo gli occhi: non so chi sono, non sono più io, ho una musa diversa. Ho desiderio spasmodico di tranquillità e di pace che scroscia come sangue nelle mie vene.
Hai reso talmente bene l’idea delle sensazioni che hai indossato, al punto che mi sono immedesimato ed ho provato lo stesso disorientamento.
cerco continuamente qualcuno che possa capirmi delle volte ed è terribilmente difficile trovarlo, però mi fa piacere scoprire non essere da sola, che insomma, le mie sensazioni siano davvero condivisibili
Io non cerco più; mi accontento di capirmi da solo, anche se talvolta non trovo la giusta sintonia.
Comunque, mi piace molto il tuo stile espressivo.
È per sentirmi meno sola, nonostante mi ci trovi perfettamente a mio agio. Oppure è solo per dire a qualcuno che non è solo lui, che io lo posso capire, che niente è troppo individuale se siamo tutti umani. Grazie, continua a leggermi!