Sono sempre stata abituata alla gente che risponde “Ma no, ma cosa dici! Tu? Ma sei sicura?! Non ci credo!” quando gli dico la mia età, qualsiasi sia. Rispondono così ma premetto che la domanda me la fanno loro. Quindi ca me lo chiedi a fare se per te non ho l’età che dico di avere?
Ma è veramente una cosa che dura da sempre.
Esempio:
“Tu quanti anni hai?”
“Sedici.”
“MA NO! IMPOSSIBILE! TU?! Te ne davo al massimo dodici.”
Mi immagino mia madre mentre mi spingeva nella carrozzina da neonata…
“Bellissima bambina! Quanto ha?”
“Tre mesi e mezzo” sorride mia madre.
“MA VA! A occhio, così, poi non è che me ne intendo eh, però secondo me ti mancano ancora un paio di settimane al parto. Auguri!”
Vado per i ventidue, li farò a maggio e lo scorso weekend sono andata a prendere la mozzarella per fare la pizza (trafficodicoscienza bistrot) al supermercato. C’è la guardia alle barriere. Lì, con quel fare un po’ naïf. Avrebbe dovuto sfruttare la mascherina come una museruola e stare zitto. E invece no. Ha parlato e ha detto “Ma cos’hai tu? Sedici anni?”. Un uomo primitivo, rurale. Come se avesse imparato da autodidatta le buone maniere. Ed evidentemente l’ha fatto veramente male. Così naïf che forse nemmeno lo è.
Come se fosse stata una stampa lenticolare e non una persona: inclinato verso ovest era uno stronzo e inclinato verso est un asino.
La morale, mi chiedete? Spassionatamente vi direi: non fate commenti dimmè solo perchè pensate che potreste essere simpatici. Lasciate decidere agli altri.
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MUSERUOLA ALL’OCCORRENZA
