L’ECCEZIONE CHE CONFERMA LA REGOLA

L'eccezione che conferma la regola

Tre mesi sono passati e sono stati abbastanza per convincermi che si stia bene in mezzo agli uomini e che non siano tutti dei bifolchi arrapati come credevo fino a poco tempo fa. Sarà stata l’overdose di complimenti che ho ricevuto, saranno stati i sorrisi placidi e la gentilezza; fatto sta che mi sono abituata bene e ho abbandonato tutti i cliché e gli stereotipi che mi riempivano lo stomaco.
È comunque da sempre che mi chiedo cosa diavolo voglia dire la frase “l’eccezione che conferma la regola”… ho cercato e ricercato in lungo e in largo un senso logico, una sola ragione, una soltanto, per cui si sia fatta di una locuzione così stupida e vuota, una frase proverbiale che è sulla bocca di tutti, credo, da almeno qualche centinaio di anni. Nulla. Il vuoto cosmico.
Ho sempre pensato anche che ci siano cose che è meglio siano fatte solo da uomini e altre invece da donne. Ad esempio: forse è meglio che un certo tipo di pesi li alzino uomini, visto che la loro conformazione fisica è decisamente concepita per avere un certo tipo di forza; è meglio anche che i bambini li partoriscano le donne, considerando che dalla nascita siano dotate di un utero, ovaie, ovuli e compagnia bella. Ma ho anche sempre pensato che ci siano tantissime cose in cui uomini e donne siano del tutto intercambiabili, come fare i genitori, pulire, guidare (solo se le donne non sono bionde), cucinare, lavorare in un negozio o in una fabbrica.
È arrivato il giorno in cui ho capito perchè l’eccezione conferma la regola e ho cambiato idea sul fatto che anche gli uomini possano guidare.
Era un caldo, caldissimo mezzogiorno e in attesa della pausa pranzo, io e il mio collega, nonché padre, ci siamo messi, ligi, a lavorare. Ero concentratissima finché una vocina lontana non ha rotto arrogante l’atmosfera. L’esordio è stato un deluso “Ma hai l’assistente?” rivolto a mio padre. E dietro quella vocina da uomo-in-spiaggia-con-slippino-e-pisellino-minuscolo si stagliava un omuncolo che, ad essere onesta, dubito raggiungesse il metro e quaranta (in altezza, perchè in larghezza giurerei di sì). Mi guarda, riempie il petto d’aria (esplosione scampata per un soffio) e fa:
“Questo non è un lavoro da donne.”
“Ah, no? Grazie per avermelo fatto presente, lei è gentile.” Dico io. “Ma mi spieghi meglio, la prego.”
“Eh, ci si sporca.” Un uomo dalle sagaci argomentazioni.
“Credo ci si possa lavare… e poi questo è un lavoro di precisione adatto anche ad una donna.”, rispondo io. Mai sbagliai come in quel momento. Parole che come una miccia hanno acceso… un’altra piccola miccetta umana!
“No, le donne non posso lavorare in fabbrica perchè loro si sporcano e poi cosa vuoi? Perchè non vai a lavorare in cantiere?! Voglio vederti con i calcinacci, che non sai niente delle molle per esempio.”
Ho appena scoperto che le donne vengono pulite più difficilmente che gli uomini?!
“Senti, nemmeno io ti darei due lire, però chi lo sa come sei dentro?!” e non ci crederete mai, ma quell’ometto non ha più esalato un respiro, se non quello necessario a girare i tacchi e andarsene.
Ho chiesto a mio padre che lavoro facesse, non con l’idea di aver parlato con un ingegnere aerospaziale e ho scoperto che il suo lavoro fosse quello di guidare camion.
Quindi sì, ho capito cosa s’intende con “l’eccezione che conferma la regola” e no, ci sono uomini che forse non dovrebbero guidare, specialmente se non arrivano ai pedali.

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