Interrompo la mia miniserie della discordia per affrontare un argomento sensibile: gli scassatori seriali di cazzo.
Un vero peccato che il buon vecchio Dante non abbia pensato, a suo tempo, ad un girone dedicato, colmo di confort e premure, a questa particolare razza di umanoidi.
Ma analizziamo la categoria più nel dettaglio aiutandoci con un paio di esempi.
Fin da subito noteremo la specie svilupparsi in diverse modalità ed intensità.
Al livello di intensità più basso ma comunque fastidioso, abbiamo quella sottocategoria di persone che, se sei una commessa e chiedi “Vuole un sacchetto?”, rispondono “Se ce l’hai…”
E siccome sono una commessa che vuole cimentarsi in esperimenti sociali anticonvenzionali, la prossima volta risponderò che “No, ti ho chiesto se vuoi un sacchetto per dirti che non ce l’ho”.
Immaginate la delusione piovere sui loro volti, che solo una volta rientrati in macchina si imbronceranno capendo di essere stati presi per il culo… poveri.
Per analizzare il livello di fastidio successivo, il medio, dobbiamo abbandonare la sfera lavorativa e abbracciare quella quotidiana, fatta di avventure inaspettate e strabilianti: gli umanoidi alla guida.
Sì, avete capito bene: quelli che quando hai deciso di andare tranquillo, ti si azzeccano al di dietro e ti fanno sentire inseguito, pedinato, braccato, agitato, quando invece tu vuoi proprio andare sereno. E siccome sono una ragazza che vuole cimentarsi in esperimenti sociali anticonvenzionali, io di solito posiziono al meglio che posso lo specchietto retrovisore, regolo i miei specchietti laterali eccellentemente, in modo da poter fotografare in un attimo la faccia di chi mi sta dietro nel momento in cui stacco il piede dall’acceleratore per portarlo sul freno e scendere delicatamente dai cinquanta
ai quaranta
e se sono audace,
fino ai trenta chilometri orari.
Che sommo godimento, soprattutto quando mi giro, sorrido compiaciuta e faccio spallucce. La gatta frettolosa fa i gattini ciechi!
Ed eccoci amici, finalmente siamo arrivati all’apice della classifica, dove questi umanoidi regrediscono alla forma di unicellulari. Abbiamo i tuttologi che parlano di PNL e poi non la sanno sfruttare nella pratica. Ma di quelli convinti, che usano anche le due dita di entrambe le mani per rendere più pratico ed intuitivo il discorso, di quelli che, dopo la diapositiva esplicativa, soddisfatti, ti guardano dall’alto del loro metro e mezzo scarso e ti dicono “Adesso i consigli te li ho dati, mi raccomando, EH!” E sì certo, però dillo che mi hai dato i consigli per fallire… Antipatici. E siccome sono una stronza che vuole cimentarsi in esperimenti sociali anticonvenzionali, vesto i panni della gnorri e dico “Ma scusa, con la PNL i numeri bisognerebbe farli, non darli, vero? Non siamo al circo di Moira Orfei, EH!”
Avremmo infinite altre sottocategorie da sviluppare ed analizzare, ma mi fermerei qui per il bene comune.