CON UN PO’ DI ZUCCHERO

Un’altra cosa che decisamente non gioca a mio favore è l’incapacità di dare un drastico taglio alle cose che non mi piacciono più.
Maturo piuttosto in fretta la consapevolezza di cosa non voglio, mi stufo subito, ho bisogno di stimoli in continuazione come ha bisogno di corrente una lampadina per stare accesa.
Che tenaglia la noia! E che piaga le persone piatte come l’elettrocardiogramma di un morto! Ma a volermene liberare mi sembra sempre di essere troppo stronza… Direte che sia mancanza di coraggio, quando infondo è solo desiderio di vedere quanto un percorso sia sbagliato per me.
Un paradosso di certo, non fosse che la mia faccia sappia esprimersi molto meglio di quanto le mie parole saprebbero fare, perfino scritte. E le persone, ahimè, non si possono gettare come fossero cose. A mia difesa potrei dire che farei la differenziata quantomeno…
Potessimo mettere su una bilancia il peso del mio istinto e della mia ragione in queste situazioni, probabilmente il mio istinto farebbe un buco fino al centro della Terra e questa discrepanza di solito provoca una disastrosa escalation di atteggiamenti capricciosi ma simpatici (tutto sommato) che proprio non so controllare.
Ed è come se riuscissi a sdoppiarmi e mentre Me combina i peggiori guai sociali facendo appello ad un autocontrollo molle come il bargiglio di un tacchino, Io mi guarda ridendo, in una vasca di popcorn sorseggiando dell’ottimo vino.
La morale? Sono forse la persona meno capace ad intessere ordinarie relazioni sociali – e questo potrebbe spiegare la mia sfortuna in fatto di amicizie-, ma una volta mandato giù questo piccante boccone giurerei di saper addolcire le atmosfere con la mia affabile presenza. Basta soltanto sopportare un’incontentabile, folle, iperattiva, lamentosa e curiosa stele di cemento armato. Che ci vuole?!

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