BANCARY(O)? NO, GRAZIE.

BANCARY(O)? NO, GRAZIE.

Forse non vi ho mai raccontato di quanto possa essere complicato, alle volte, essere una figa da fabbrica.
E no, non mi lamento, dico solo che ogni tanto ci sono delle vere e proprie situazioni kamikaze.
Ad esempio: qualche volta mi capita di incontrare questo anzianotto signore dal rispettabilissimo aspetto e dalla tempra unica nel genere dei grandi imprenditori, che si è decisamente fissato sul fatto di dovermi trovare un marito.
“Tu hai bisogno di un uomo forte, non di quelli che lavorano in banca che hanno le mani tutte viscide e molli” dice con l’indice inquisitore e una mimica facciale che non lascia altra interpretazione al disprezzo che i suoi lineamenti disegnano per quei poveri omuncoli in giacca e cravatta. “Hai bisogno di un uomo che torni a casa stanco cosicché non possa romperti i co” si raccomanda e mi propina questa e altre massime, come fossero la ricetta dell’Amore.
E tutte le volte che viene a sapere che in officina ci sono anche io, lui scende impettito a congratularsi per la mia intraprendenza, a farmi davvero i suoi migliori complimenti e chiaramente a dirmi che mi debba trovare un uomo “forte, bello grosso, che non si lamenti e che non lavori in banca”. Ce l’avrà su con gli incravattati, che vi devo dire?! Lui spera, spera e crede che troverò marito grazie ai suoi -senza dubbio- sapientissimi consigli, ma egregio, lei forse non conosce quella massima che pronuncia sempre mio padre; e fa: “Chi vive sperando, muore ca…”, be’ ecco, poche parole a buon intenditore!
E poi vorrei dire che trovare un uomo che non si lamenti è impossibile, quasi come non riuscire a trovare una donna che creda nel DioCremaAnticellulite (ma solo a ridosso dell’estate).

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