Per me festeggiare il capodanno non ha senso. L’inizio di un nuovo anno per me è sempre stato un fattore psicologico: quando sono pronta a ripartire, comincia un nuovo giro della Terra intorno al Sole. A volte sono dovuta arrivare al 35 dicembre, altre al 42 per carburare tutti i dodici mesi precedenti ed essere abbastanza sicura di voler ricominciare. Il tempo è sempre stata una questione importante per me: ogni mese un cassetto, imprevisti assolutamente non ammessi, scelte comandate e studiate, nessuno sgarro, non c’era tempo. Quest’anno è stato diverso. Per me siamo nel 2020 già da un mese abbondante. Perchè ho voluto concludere prima? Perchè quest’anno davvero non avrei sopportato un ipocrita conto alla rovescia, la spensieratezza di iniziare un anno a cifra tonda, i fuochi in una piazza decisamente sovraffollata ed un cenone esagerato, le bottiglie stappate e gli auguri. Ma auguri di che? Io non auguro niente a nessuno, mi potete credere, perchè tutto quello che ho da augurare non è che per me stessa. Egoista? Cazzo sì, certo che lo è! Quest’anno è stato l’apoteosi degli imprevisti per me, il Tempo mi ha appesa al muro e riempita di pugni in faccia, mi ha detto “Io mi governo da solo bimba, tu stai nel tuo” e ne ho prese così tante che alla fine ho ceduto, gli ho detto che andava bene, avrebbe potuto fare quello che voleva fottendosene di me. È stata la decisione migliore che avessi mai potuto prendere e ha dato i suoi frutti. È stato difficile lasciare il timone a qualcuno sicuramente più esperto di me, ma quanto è stato meraviglioso?! Inqualificabile a parole. È cambiato che esco di casa in qualsiasi modo, l’importante è vedermi bella per me stessa; è cambiato che leggo quello che mi pare e scrivo quello che voglio, ovunque, anche sulla carta igienica se non ho un foglio di carta; è cambiato che mi sono innamorata di me stessa: gli occhi di cera, incollati ai disastri, affascinati dal bello e dal vero, i capelli ingovernabili o divinamente pettinati, il mio fisico modellabile a mio piacimento, il mio carattere fuori dal mondo, l’euforia smodata e la tristezza incontrollabile, la frenesia in ogni situazione e la quasi totale assenza di vergogna nel mostrarmi me stessa, per davvero, senza filtri, senza freni, senza inibizioni, al cento percento. È successo che non mi importa di voi, non mi importa di nessuno: sfogate pure su di me la vostra frustrazione ed io la manderò calorosamente a fanculo. Non mi vergogno e sapete perchè? Perchè tanto siete peggio di me (magra consolazione a volte, ma giusta credo). Dormo bene la notte, mi faccio di quei sonni afrodisiaci che nemmeno potete capire: questo 2020 per me potrà durare 13, 14, 12 o 10 mesi, ma che volete che mi importi? Niente! Vada come vada, non vedo l’ora di scoprire cosa combinerò durante questa esperienza da passeggera, cinture di sicurezza allacciate.