Ho capito perchè
Ho tirato le fila di tutta questa storia.
Non ci sarà niente da ridere (almeno credo).
È stato liberatorio vomitare tutti gli aghi della mia ironia su questo tema, ma è arrivato il momento di lasciarlo andare una volta per tutte.
Dopo ventun anni di interminabile sfortuna e casi umani di ogni sorta, ho tirato le fila di tutta questa storia surreale e grottesca. Non ci crederete mai, ma è bastato che mi facessero una domanda, la mia solita per altro: “Ma non è che magari fai qualcosa tu per fare in modo che le tue amicizie siano buone, ma a tempo determinato?” (Vedi Episodio Cinque se non sai di cosa parlo). Ho passato del tempo a cercare di trovare qualcosa che giustificasse questa mancanza di equilibrio, inquisendo spesso e volentieri me stessa, ma solo ora ho capito che esistono innumerevoli modi per darsi la colpa e che anche questo amaro compito, alle volte viene svolto nel modo sbagliato.
Ho smesso di chiedermi dove stessi sbagliando e ho iniziato a chiedermi cosa, di troppo, stessi chiedendo. La risposta ha strisciato furtiva sotto i miei piedi come una biscia nera.
L’ho detto l’altra sera alla mia “amicona” davanti all’Hugo del mio bar preferito.
C’è l’amore per un’amicizia che ho perso per strada, con tutta l’empatia, l’emotività, il fuoco e la follia del caso o del caos (o del cazzo) ed è questo che spero di trovare ogni volta che incontro una persona nuova. Una complicità che è impossibile rivivere allo stesso modo, né con quella persona né con una nuova. Nè con quella persona, perché ricordate “il tempo non cambia, ma rivela ciò che si è” e nemmeno con un’altra, perchè nessuno ego ha un doppelgänger.
Quindi c’è voluto un attimo per imparare ad accogliere l’essenza di ogni persona che incontro, facendo in modo che la mia auto condanna ventennale si affievolisse, piuttosto che forzare la nascita di un legame figlio di un altro tempo e di altre persone.
La morale della favola è l’accoglienza e oggi più che mai il “vivi e (è) lascia vivere”.
Perchè ad ogni persona incontrata sulla nostra strada corrisponde un preciso compito e che la ragione di questa incombenza si palesi presto o tardi, non deve importare.